LA SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA IN ITALIA AL 10 NOVEMBRE 2020: LA SCUOLA PRESENTA UNA SITUAZIONE PREOCCUPANTE PER I CONTAGI

Agli inizi di settembre, ossia prima dell’apertura delle scuole, l’Istituto Superiore della Sanità prefigurava tre scenari: il primo scenario sembrava  essere quello più incoraggiante; infatti si ipotizzava una situazione sostanzialmente invariata (focolai presenti) con un impatto modesto delle scuole sulla trasmissibilità e le sue fonti d’infezione, considerate inevitabili ma tenute sotto controllo. Invece, la seconda prospettiva, evidenziava  una situazione di trasmissibilità “sostenuta e diffusa” con Rt tra 1 e 1,25: non si riesce a tenere traccia, in questo caso, dei nuovi focolai, inclusi quelli scolastici. Il terzo scenario, infine, è quello che destava maggiore preoccupazione: “Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario e valori regionali sistematicamente compresi tra 1,25 e 1,5”.

Il bollettino pubblicato il 10 novembre da parte dell’Istituto Superiore di Sanità dimostra, quindi, che si è verificata la terza ipotesi ossia quella più pericolosa, ecco infatti i dati:

A questo punto, e tenendo conto del prospetto sopra riportato, appare evidente che sulla scuola si sono fatti errori e sono SBAGLIATE TUTTE LE PREVISIONI, nonostante l’Istituto avesse per tempo messo in guardia sulle reali situazioni che si potevano verificare

Urge allora prendere consapevolezza della gravità di quanto succede nelle scuole e pensare a misure drastiche per bloccare il diffondersi  del virus e il continuo ammalarsi di studenti e personale scolastico (con ovvia trasmissibilità in famiglia)

La situazione sta sfuggendo di mano e non solo per le scuole, nell’allegare, infatti, il bollettino di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità – clicca qui – ci accorgiamo che, nonostante i dati di questi ultimi tre giorni presentino una “lievissima” flessione del contagio, sta aumentando in maniera esponenziale il numero dei morti. Non può essere una giustificazione che molti dei decessi sono dovuti a concause di altre patologie. Se si dovesse ragionare in questo senso dovremmo prendere atto che chi ha patologie PUO’ ANCHE MORIRE. Un assunto assurdo,  che manifesta la ipocrisia della comunicazione dei dati e dimostra una insensibilità e aridità che non può trovare ascolto e deve essere contrastata in tutti i modi.

Sono molti i docenti e personale ata, ed ovviamente dirigenti scolastici, che ci sottopongono la pericolosità della situazione che si sta vivendo nelle scuole. Accanto, infatti, allo stress di condurre nelle scuole del primo ciclo sia Didattica in presenza che a distanza, nonostante la piena abnegazione del personale scolastico a svolgere al meglio la propria funzione, non può essere trascurata la preoccupazione di quanti sono in prima linea, hanno familiari e, spesso, anche genitori anziani in casa che devono assistere o a cui devono prestare assistenza nelle loro abitazioni.

Occorre prendere immediata consapevolezza della situazione e adottare iniziative concrete che possano contrastare efficacemente la diffusione del virus. Certamente l’economia del paese, già messa a dura prova dalla prima ondata del virus, è ormai allo stremo, si perdono posti di lavoro, molte attività chiudono con ovvi riflessi sullo stato di sopravvivenza delle famiglie, ed è qui che l’EUROPA deve accogliere l’appello affinchè le economie dei paesi più deboli sia supportata ed aiutata subito, per affrontare e contrastare la pandemia con misure restrittive ed aiuti concreti per tutte le attività economiche.

La scuola non può da sola essere il baluardo alla diffusione del virus, in quanto sta ora subendo in maniera esponenziale il contagio e lo sta vivendo sulla propria pelle e su quella dei familiari, basta con indici e roba varia, qui serve altro, serve prendere provvedimenti drastici per tutelare il personale scolastico e le famiglie,  per evitare anche che  gli ospedali siano intasati di ricoveri e costretti a rifiutare il ricovero stesso  per mancanza non solo di personale ma soprattutto di posti in reparti e terapie intensive

Qui occorre, come si sente dire, un cambio di passo, occorre serietà e soprattutto condivisione delle SCELTE CHE SI DEVONO FARE DA PARTE DI TUTTA LA POLITICA. 

La gente non ne può più di questi teatrini, di continue comparsate pagate in televisione, si chiedono provvedimenti concordati E’ E DEVE ESSERE il momento dell’unità del paese, perchè forse a molti non è chiaro che si E’ IN GUERRA una guerra subdola che non può essere affrontata dividendoci ma unendoci tutti in un comune intento: SALVARE VITE UMANE, SALVARE IL PAESE, SALVARE LA SCUOLA. Ci sarà tempo e modo,  in seguito,  di accertare le responsabilità.

SE NON ORA QUANDO VOGLIAMO ESSERE UNITI  PER SCONFIGGERE L’AGGRESSORE INFAME  COVID 19 ?