Sistema integrato 0-6 Approvato il Piano di azione nazionale pluriennale 2021-2025

Lo scorso 8 luglio è stata approvata in Conferenza Unificata l’intesa relativa al Piano di azione pluriennale per il quinquennio 2021-2025, riguardante il Sistema integrato di educazione di istruzione dalla nascita ai sei anni.

Un Piano d’azione previsto dal D.lgs. 65/2017

L’art. 8 del D.lgs. 13 aprile 2017, n. 65 dispone l’adozione da parte del Governo di un Piano di azione nazionale pluriennale mediante cui, progressivamente e gradualmente, estendere il Sistema integrato 0-6 anni su tutto il territorio nazionale.

Il percorso legislativo prevede che il Piano, previa intesa in sede di Conferenza Unificata, come disposto dall’art. 8 del D.lgs. 281/1997, sia adottato con deliberazione del Consiglio
dei ministri, su proposta del Ministro dell’Istruzione (nel 2017 indicato come MIUR).

Uno degli obiettivi prioritari è garantire un riequilibrio territoriale, sostenendo gli interventi da parte degli Enti locali nella gestione dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia.

Un divario territoriale da colmare

Per la stesura del nuovo Piano di azione nazionale pluriennale sono stati presi in considerazione i dati ISTAT del rapporto del 27 ottobre 2020, da cui emerge la sussistenza di un ampio divario nell’offerta dei servizi educativi tra Centro-Nord e Mezzogiorno. I dati relativi all’anno scolastico 2018/2019 fanno registrare a livello nazionale una disponibilità di posti nei servizi educativi per la prima infanzia pari al 25,5% dei potenziali utenti, mentre al Sud tale disponibilità scende al 13,3% e nelle isole è pari al 13,8%.

In ragione di ciò, nel Piano è previsto che sia destinata, con finalità perequative a decorrere dall’esercizio finanziario 2021, una quota non inferiore al 20% delle risorse del Fondo nazionale per il Sistema integrato 0-6 alle Regioni in cui sussiste un maggiore divario negativo rispetto alla media nazionale. Il Ministero dell’Istruzione, dunque, provvede all’erogazione delle risorse del Fondo come cofinanziamento della programmazione regionale, operando la ripartizione tra le Regioni in base al numero degli iscritti, della popolazione di età compresa tra zero e sei anni e delle esigenze reali dei territori e della loro massima capacità fiscale.                            

Un Piano per realizzare gli obiettivi strategici del D.lgs. 65/2017

Grazie all’aumento di 60 milioni all’anno stabilito dalla Legge di Bilancio, per il quinquennio 2021/2025 sono state destinate al Sistema integrato 0-6 in totale risorse finanziarie pari a 309 milioni di euro annui. L’intesa ha stabilito la destinazione delle risorse del Fondo per il Sistema integrato 0-6 e la quota di cofinanziamento regionale, che saranno utilizzate per realizzare gli obiettivi strategici indicati all’art. 4 del D.lgs. 65/2017, ovvero:

  1. il progressivo consolidamento, ampliamento nonché l’accessibilità dei servizi educativi per l’infanzia – anche, come già sottolineato in precedenza, attraverso un loro riequilibrio territoriale – con l’obiettivo tendenziale di raggiungere almeno il 33% di copertura della popolazione sotto i tre anni di età a livello nazionale;
  2. la graduale diffusione territoriale dei servizi educativi per l’infanzia con l’obiettivo tendenziale di raggiungere il 75% di copertura dei Comuni, singoli o in forma associata;
  3. la generalizzazione progressiva, sotto il profilo quantitativo e qualitativo, della scuola dell’infanzia per le bambine e i bambini dai tre ai sei anni d’età;
  4. l’inclusione di tutte le bambine e di tutti i bambini;
  5. la qualificazione universitaria del personale dei servizi educativi per l’infanzia, prevedendo il conseguimento della laurea in Scienze dell’educazione e della formazione nella classe L19 ad indirizzo specifico per educatori dei servizi educativi per l’infanzia o della laurea quinquennale a ciclo unico in Scienze della formazione primaria integrata da un corso di specializzazione per complessivi 60 crediti formativi universitari da svolgersi presso le università senza oneri a carico della finanza pubblica, fermo restando il titolo di accesso  alla professione di docente della scuola dell’infanzia;
  6. la formazione in servizio del personale del sistema integrato di educazione e di istruzione anche al fine di promuoverne il benessere psicofisico;
  7. il coordinamento pedagogico territoriale;
  8. l’introduzione di condizioni che agevolino la frequenza dei servizi educativi per l’infanzia.

Definizione degli interventi

Nel Piano di azione nazionale quinquennale sono stati indicati gli interventi cui destinare le risorse finanziarie stanziate e che riguardano, nello specifico:

  1. nuove costruzioni, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo, riqualificazione funzionale ed estetica, messa in sicurezza, risparmio energetico e fruibilità di stabili di proprietà delle amministrazioni pubbliche;
  2. finanziamento di spese di gestione, in quota parte, dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia, tenendo conto dei loro costi e della loro qualificazione;
  3. interventi di formazione continua in servizio del personale educativo e docente e promozione dei coordinamenti pedagogici territoriali.

Tali interventi devono perseguire, in dettaglio, le seguenti finalità:

  • consolidare e ampliare la rete dei servizi educativi per l’infanzia a titolarità pubblica e privata convenzionata, anche per favorire la riduzione della soglia massima di partecipazione economica delle famiglie alle spese di funzionamento dei servizi educativi per l’infanzia pubblici e privati;
  • stabilizzare e potenziare gradualmente le sezioni primavera, per superare progressivamente gli anticipi di iscrizione alla scuola dell’infanzia;
  • ampliare e sostenere la rete dei servizi per i bambini da 0 a 6 anni, in particolare nei territori dove sono carenti le scuole dell’infanzia statali;
  • riqualificare edifici scolastici di proprietà pubblica già esistenti e sottoutilizzati e promuovere la costruzione di nuovi edifici di proprietà pubblica, anche per costituire i Poli per l’infanzia;
  • sostenere la qualificazione del personale educativo e docente e promuovere i coordinamenti pedagogici territoriali.

Programmazione pluriennale

Uno degli elementi fondamentali previsti per la realizzazione del Piano è la programmazione pluriennale che le Regioni e le Province autonome, previa consultazione delle ANCI regionali, dovranno adottare per realizzare gli interventi indicati in precedenza. Tale programmazione viene elaborata sulla base di modelli standard condivisi dalla Conferenza Unificata e dovrà essere corredata dalla compilazione di schede riepilogative annue, utili anche ai fini del previsto monitoraggio.

Determinante è la quota di cofinanziamento regionale che non potrà essere inferiore al 25% delle risorse assicurate dallo Stato.

Una cabina di regia

Per azioni di supporto, monitoraggio e valutazione dell’attuazione e dell’efficacia degli interventi del Piano è previsto che sia costituita una Cabina di Regia presso il Ministro dell’Istruzione. Essa è costituita con decreto del Ministro; è presieduta da un rappresentante del Ministero ed è composta da quattro rappresentanti del Ministero e da quattro rappresentanti designati dalla Conferenza Unificata. Fa parte di diritto a tale cabina anche il Presidente della Commissione per il Sistema integrato di educazione e di istruzione.

L’anagrafe nazionale 0-6

È previsto che sia attivata l’Anagrafe nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione, composto dal sistema informativo nazionale dei servizi educativi per l’infanzia, dall’Anagrafe nazionale degli studenti in relazione alla scuola dell’infanzia e dall’Anagrafe delle scuole dell’infanzia statali e paritarie.

Tavolo paritetico

Infine, è previsto un Tavolo paritetico regionale di coordinamento delle attività del Piano presso ogni USR, con compiti di coordinamento e monitoraggio dell’attuazione del Piano nel relativo territorio. Esso è composto da rappresentanti dell’USR, della Regione e dell’ANCI regionale.

Come per i componenti della Cabina di regia, anche per i membri del Tavolo paritetico non spettano compensi, indennità, gettoni di presenza, né rimborsi spese.

Tratto da Scuola-7