COMMENTO ALLA DELEGA SULLA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI NEL PRIMO CICLO: IL TESTO DEL DECRETO LEGISLATIVO TRADISCE L’INNOVAZIONE NELLA SCUOLA

PROSEGUIAMO L’ANALISI DELLE DELEGHE APPENA APPROVATE DAL GOVERNO, CON QUELLA SULLA VALUTAZIONE NEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE.

LA FLP SCUOLA FOGGIA, CONDIVIDE APPIENO IL PENSIERO ESPRESSO DAL PROF. MAURIZIO MURAGLIA – COMPONENTE DEL CIDI PALERMO- CENTRO DI INIZIATIVA DEMOCRATICA DEGLI INSEGNANTI – E QUALIFICATO FORMATORE DEL PERSONALE SCOLASTICO.

RITENIAMO SIA UTILE RIPORTARE IL SUO COMMENTO, IN CUI LA FLP SCUOLA FOGGIA SI RICONOSCE PIENAMENTE.

HANNO LASCIATO I VOTI NEL PRIMO CICLO.

ALLORA E’ EVIDENTE CHE SULLE COMPETENZE HANNO SCHERZATO.

Le deleghe sulla Buona Scuola sono approdate. Sul tema della valutazione nel primo ciclo c’era l’occasione d’oro. Mandare in soffitta i voti numerici e cominciare a fare sul serio. Invece ha vinto, ancora una volta, l’incompetenza. L’incoerenza. La sciatteria pedagogica. Hanno lasciato i voti nel primo ciclo, anziché toglierli come avevano annunciato. Quindi hanno gettato la maschera. Non vogliono le competenze. Il trucco è svelato. Ed è bene dirlo a chiare lettere. Chi continua a volere dagli insegnanti i voti numerici non è vero che non ha capito nulla di competenze. Semplicemente non le vuole. La politica italiana non vuole le competenze, perché le competenze sono scomode.

Sono inclusive, le puoi trovare in ogni alunno.

Sono anti-competitive, non creano graduatorie.

Sono costruttive, non riproducono nozioni.

Sono qualitative, rendono le conoscenze significative e profonde.

Per questo la politica non le vuole. Perché se le volesse avrebbe dovuto cacciar via i voti e far diventare quindi la formazione una cosa veramente seria, perché per lavorare alle competenze occorre modificare in profondità i paradigmi pedagogici degli insegnanti italiani e studiare, riflettere, ricercare, sperimentare. E invece la formazione deve fare in fretta perché quel che conta non è farla ma rendicontarla. Per dichiarare che si è fatta. E potere mettere in graduatoria i Dirigenti che l’hanno fatta. E potere incassare gli attestati dei docenti che l’hanno fatta. L’efficienza della formazione. La burocrazia della formazione. Che ben si concilia con la palese volontà di NON condurre gli alunni italiani verso apprendimenti competenti. Cioè intelligenti. Cioè profondi. Così è più facile credere alla bufala che le prove Invalsi constaterebbero le competenze degli studenti, quando è palesemente vero che non è così. Perché le competenze si vedono attraverso compiti e non attraverso prove. Ma la pervicacia parlamentare che induce a mantenere il virus del voto numerico – principale ostacolo alla valutazione per competenze – mostra chiaramente che al Parlamento e al Governo italiano delle competenze non interessa nulla. Di quelle degli allievi e di quelle degli insegnanti.

Miracoli del gelmi-renzismo pedagogico.”

GRAZIE PROF. MURAGLIA….