ORGANICI 2021/2022: TUTTO COME PRIMA…….NESSUN INTERVENTO NONOSTANTE LA PANDEMIA

Se qualcuno si aspettava dal nuovo governo un intervento a favore della scuola, di cui tutti si riempiono la bocca e si improvvisano profondi conoscitori, per non parlare di chi stava all’opposizione sbandierando l’assurdità delle classi pollaio e del problema irrisolto del sostegno (vero sottosegretario all’istruzione Sasso …noi lo ricordiamo sa…),  non solo rimarrà deluso dall’emanando decreto ministeriale relativo agli organici per il prossimo anno scolastico ma, addirittura, qualcuno paventa interventi a gamba tesa sui posti di sostegno a seguito del D.I. del 29 dicembre 2020.

Nell’informativa data ai sindacati, quelli cosiddetti rappresentativi, il neo Ministro Bianchi ha precisato che per il prossimo anno gli organici posti curriculari, relativamente al numero dei posti, resteranno invariati . Diretta conseguenza: Restano in molte realtà (principalmente in determinate scuole secondarie) classi pollaio anche per il prossimo anno.

Viene annunciato (ma era già stato previsto nella legge di bilancio) l’istituzione di 1.000 posti in più di potenziamento nella scuola dell’infanzia e consolidamento (non istituzione in quanto erano già esistenti in organico di fatto) di 5 mila posti di sostegno in organico di diritto (poi parleremo della possibile riduzione in organico di fatto)

A fronte di questo, però, ci saranno tagli di posti nei professionali: 486 cattedre e 164 posti di insegnante tecnico-pratico in meno. 

Ecco che, quindi, la riduzione del numero di alunni per classe, più volte sbandierata dai vari ministri e proposta da quella opposizione che oggi è al governo,  finalizzata a  migliorare la qualità del servizio scolastico e, in vista del ritorno a scuola, per ridurre il rischio di contagi, è saltata. Non ci vengano, poi, a dire che sarà abbassato il rapporto alunni/classi perchè ciò è la conseguenza del calo demografico (69.256 alunni in meno rispetto allo scorso anno) e non di intervento di aumenti di posti in organico con riduzione del numero di alunni per classi !!!

La situazione che spesso, artatamente, viene presentata ai non addetti ai lavori , è sempre riferita al rapporto alunni/classi, mostrando un trend sempre in decrescita, con ciò volendo dimostrare che si migliora e si sta evitando “le classi pollaio”. Questo è falso.  Infatti, il dato del rapporto include quelle situazioni di paesi di montagna e isole cui, per espressa previsione normativa, viene autorizzato il funzionamento delle classi anche con numero di alunni ridotto proprio per assicurare il diritto allo studio in tutto il territorio. Cosa diversa, è la situazione al netto di tali classi autorizzate in deroga. Si facciano bene i conti e li vengano a rendere noti e si vedrà che il rapporto alunni/classi è molto ma molto più alto.

Nelle tabelle ministeriali relative agli organici, e che nei prossimi giorni saranno inviate agli uffici periferici del Ministero e a tutte le scuole, sono previsti 620.623  posti curriculari cui aggiungere 50.202 posti di potenziamento, i posti di sostegno complessivi saranno 106.170. 

Insomma, per farla breve, si sbandierano 6000 posti in più (5000 piu’ 1000) dimenticando “artificiosamente” che i 5000 erano già esistenti in organico di fatto, e che tale incremento ultimo è di soli 1000 posti, fra l’altro previsto da precedente intervento normativo; nessun aumento per fronteggiare la pandemia che sia chiaro a tutti. 

La distribuzione dei posti, avverrà ancora in modo direttamente proporzionale al numero degli alunni frequentanti. Dimenticando indici riferiti al disagio sociale, all’evasione scolastica, alla condizione socio economica, al “gap” esistente in termini di investimenti da parte degli enti locali per l’istruzione e per i servizi connessi, etc (penalizzando il sud ovviamente, in quanto ci sarà un incremento di posti al nord per effetto della stabilità e delle maggiori offerte di lavoro per gli immigrati che oggi rappresentano il vero strumento per aumentare l’organico al nord), dimenticando, per i posti di sostegno, tutti i casi gravi di disabilità presenti nelle scuole e, viceversa adottando il criterio numerico dei casi per distribuire i posti.  Alla Lombardia, per esempio, per riferirci a una regione del nord,  è prevista l’assegnazione del 20,28% dei 5 mila docenti aggiuntivi di sostegno in organico di diritto (più immissioni in ruolo). Ciò perché in Lombardia il rapporto alunni-sostegno è pari a 3,56, ben 1.049 dei 5 mila docenti di sostegno da consolidare  a livello nazionale, a fronte di 48.589 alunni disabili. Al Sud, invece, per talune regioni, che presentano indici di rapporto alunni/disabili bassi (ma alti se si dovesse tener conto del numero di casi con gravità) verranno assegnati numeri di posti inferiori. Ecco dove “casca l’asino”, nel senso vero di mancata conoscenza del problema dell’integrazione scolastica rappresentata dall’alta presenza di disabilità grave al sud.

Dicevamo, innanzi, che il D.M. sugli organici, facendo riferimento al D.I. del 29 dicembre, potrebbe indurre a rivedere il criterio di assegnazione delle ore di sostegno con riduzione anche dei posti. Invero, se con l’applicazione del D.I. 182/2020 sono stati introdotti  nuovi modelli di Piano Educativo Individualizzato (PEI) – unici per ogni ordine di scuola – e sono state stabilite le rinnovate modalità per l’assegnazione delle misure di sostegno agli alunni disabili, ciò non significa affatto che si deve andare a comprimere le ore da assegnare agli alunni. 

Con il D.I. è stato introdotto il meccanismo del G.L.O. (Gruppo di Lavoro Operativo per l’inclusione, che elabora e approva il P.E.I. ma è anche definita la progettazione disciplinare “su tutte le materie”, nel senso che l’intero corpo docente dovrà elaborare gli obiettivi per lo specifico insegnamento, rivolto al diversamente abile, successivamente argomentando in merito al riscontrato livello d’apprendimento (per ogni materia).

In sostanza, il G.L.O. dovrà procedere a redigere  il P.E.I. “in via provvisoria” entro il 30 giugno – per gli alunni che hanno ricevuto la certificazione della condizione di disabilità, ai fini dell’inclusione scolastica – allo scopo di definire le proposte di sostegno didattico (o di altri supporti necessari) per sviluppare il progetto di inclusione relativo all’anno scolastico successivo. Con l’avvento del nuovo anno scolastico, il rinnovato incontro del G.L.O. – finalizzato all’approvazione e sottoscrizione del P.E.I. diventa definitivo ed è previsto “di norma entro il 31 ottobre”.

La particolarità del nuovo funzionamento del G.L.O. (Gruppo di Lavoro Operativo per l’inclusione) – composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe (ivi compreso l’insegnante specializzato per il sostegno didattico) e presieduto dal dirigente scolastico o da un suo delegato –è rappresentata  dal pieno coinvolgimento dei genitori. Quest’ultimi non saranno  semplicemente informati sui contenuti del P.E.I., potendo direttamente partecipare al progetto educativo dell’alunno/studente, con pari dignità rispetto agli altri operatori ed assumendo, in sostanza, un ruolo decisionale, anche in merito all’assegnazione delle ore di sostegno!!!

Riguardo all’attribuzione delle ore di sostegno, si precisa, infine, che la proposta di quantificazione sarà formulata dal G.L.O., cui spetterà il compito di individuare il fabbisogno, in rapporto “all’entità delle difficoltà” riscontrate per il singolo allievo. Allora, appare evidente, che dovrà essere solo il G.L.O. a determinare il fabbisogno non lasciando ad alcuna altra attività al Dirigente Scolastico che, dal suo canto, sulla scorta della proposta, potrà procedere ad una valutazione al fine di determinare la richiesta complessiva delle ore di sostegno necessarie alla scuola per realizzare l’integrazione scolastica.

Si badi bene, eventuali interventi di riduzione dei posti richiesti dalle scuole da parte degli uffici territoriali del ministero,  sono del tutto illegittimi e, se operati (tenendo conto dei posti complessivamente autorizzati fra organico di diritto, organico di fatto e posti in deroga), potranno essere impugnati innanzi al Tar con sicura condanna dell’organo amministrativo che ha operato la decurtazione delle ore richieste.