LEGGE DI BILANCIO 2021 E PENSIONI: COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE

E’ passata sotto silenzio la manovra economica – legge di bilancio 2021  – che il Governo ha predisposto (strategicamente ?) unitamente alla pubblicazione del DPCM contenente misure di prevenzione e contrasto alla diffusione del COVID 19.

Ebbene, proprio con la legge di bilancio si traccia la strada per la riforma del sistema pensionistico di accesso al trattamento pensionistico che dovrebbe prevedere il superamento della cosiddetta “QUOTA 100”.

Infatti, come è noto, dal 2022 non sarà più possibile andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi (chi vorrà  e ed è in possesso dei requisiti potrà farlo solo entro il 1.9.2021 per la scuola) per cui dal 2021 si potrà, alla luce anche della previsione della legge di bilancio 2021 ANDARE IN PENSIONE usufruendo:

  1. QUOTA 100- 62 anni di età entro il 31 dicembre 2021 e 38 anni di contribuzione al 31 agosto 2021
  2. OPZIONE DONNA :  anche le lavoratrici nate tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 1962, o tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 1961 nel caso delle lavoratrici autonome. Infatti, con l’Opzione Donna è possibile anticipare l’accesso alla pensione al compimento dei 58 anni di età nel caso delle lavoratrici subordinate, 59 anni per le autonome. Parimenti, queste devono aver maturato almeno 35 anni di contribuzione. Il termine temporale entro cui questi requisiti vanno maturati per il momento è fissato al 31 dicembre 2019 (in base a quanto deciso dalla scorsa manovra finanziaria); questo termine verrà portato al 31 dicembre 2020 dalla Legge di Bilancio per il 2021, permettendo a coloro che raggiungeranno i suddetti requisiti nell’anno in corso di poter anticipare l’accesso alla pensione a condizione di accettare un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno. Si ricorda anche che per Opzione Donna è prevista una finestra mobile molto ampia. Ossia, dalla data di acquisizione del diritto alla stessa alla decorrenza del primo assegno di pensione passano 12 mesi nel caso delle lavoratrici dipendenti, 18 mesi per le autonome.
  3. APE SOCIALE: l’anticipo pensionistico a costo zero riconosciuto ad alcune categorie di persone, scatta la proroga per un altro anno con la Legge di Bilancio 2021.Ricordiamo che questa è quell’opzione che consente al lavoratore di smettere di lavorare (e non di andare in pensione, visto che il diritto alla stessa si raggiunge comunque a 67 anni) all’età di 63 anni a fronte di 30 anni di contributi (con uno sconto per le donne di 6 mesi per ogni figlio, per un massimo di due anni complessivi).

Relativamente alla presumibile e certa cancellazione dal 2022 della QUOTA 100 si fanno varie ipotesi che, ripetiamo, allo stato non hanno alcuna certezza. Molti prevedono una nuova “Quota 102” che vorrebbe dire andare in pensione a 64 anni di età sempre con 38 di contributi. Si tratterebbe quindi di anticipare la pensione di quasi tre anni rispetto a quella di vecchiaia.

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