Nelle ultime elezioni politiche, pur candidato, non è stato eletto, per cui viene ripescato come Ministro.

E in viale Trastevere il professore lombardo ci è già passato nel 2018, con l’insediamento del primo governo Conte, come capo dipartimento per la Formazione superiore e la ricerca al Miur nel dicastero guidato dal leghista Marco Bussetti (e questo ci preoccupa e non poco!)

Ma la cosa che più desta perplessità e la nuova denominazione che la neo Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (forse compulsata dalla Lega ?) ha voluto dare al dicastero dell’istruzione cui ha inteso aggiungere. ……e del Merito 

Ci scusi Presidente, ma dove vuole andare a parare ? Come esordio, non è brillante.

Avremmo gradito spiegazioni in ordine al cambiamento, anzi all’aggiunta di tale specifica al dicastero dell’Istruzione.

Se Ella si vuole riferire al fatto che nella scuola si accede solo con meriti,  ci vuole forse dire che i precari storici, che i precedenti governi hanno sfruttato e mal pagato, possono abbandonare l’agognata nomina in ruolo ? In questo caso, riteniamo che Ella non ha una buona conoscenza della scuola (e su questo non ci sorprendiamo….) perchè i precari di meriti, di competenze, di dedizione al ruolo, in questi anni li hanno certamente acquisiti, eccome se li hanno acquisiti, dalla esperienza sul campo allo sballottamento continuo fra le sedi scolastiche, da provvedimenti astrusi e penalizzanti alle tasse sui 24 cfu, da stipendi da “reddito di cittadinanza”, ma con lavoro svolto, a continue vessazioni nelle stesse scuole da parte di una “certa casta dirigenziale” sempre pronta a ruffianarsi i vari governi, compreso il suo governo,  alla luce della acclamazione con cui è stata accolta l’aggiunta del termine del “merito” a quello  dell’istruzione…come poi il merito non  riguardasse anche gli stessi dirigenti, visto che rifiutano da sempre di essere valutati !!!! 

Se, poi, per merito lei intende premiare i “meriti” del personale scolastico (docente ed ata) per una scuola di qualità al passo con i cambiamenti che avvengono nella società, con competenze che devono sostenere la trasformazione della Pa prevista dal Pnrr, attraverso una formazione riconosciuta e retribuita, allora potremmo anche accogliere (anche se, ci scusi, stona quel termine accanto all’indicazione dell’istruzione..) la sfida e la scuola può essere pronta a confrontarsi, ad impegnarsi (cosa che comunque ha sempre fatto) per una trasformazione del nostro paese verso quella transizione al digitale che deve investire il personale e gli stessi studenti. 

Se, viceversa, poi, questa nuova denominazione, vuole annunciare la volontà di prestare maggiore attenzione alla istruzione dei ragazzi, puntando sul merito conseguente ai reali ed accertati livelli di apprendimento, sul riconoscimento dell’impegno degli studenti nelle scuole, allora siamo d’accordo, ma il tutto deve passare su una nuova e reale valutazione professionale ed economica del personale scolastico (nessuno escluso) perchè fino ad oggi, a partire dalla legge 107, sembra (anzi è accertato) che tale riconoscimento sia avvenuto solo per i dirigenti scolastici. 

Speriamo, di non aver fatto pensare a un giudizio aprioristicamente negativo, ma certi accezioni vanno prima spiegate e poi formalizzate, perchè di delusioni il personale scolastico ne ha subito tante da ….sempre….ad oggi. 

Per il momento auguriamo alla Presidente Meloni e al neo Ministro Valditara gli auspici per un proficuo impegno nell’interesse del paese e degli italiani…..con un occhio particolare alla scuola, agli studenti e alle famiglie.