DELEGHE LEGGE 107-NEL SEGNO DELLA CONTINUITA’-: DEPOSITATI IN PARLAMENTO PER L’ESAME DA PARTE DELLE COMMISSIONI

Sono state depositate in Parlamento, per l’esame da parte delle competenti commissioni parlamentari, i testi dei decreti legislativi previsti dalla legge 107,approvati da parte del Consiglio dei Ministri. Si fa presente che, oltre all’esame del parlamento, i testi di legge dovranno essere oggetto del confronto stato-regioni in sede di Conferenza Unificata.

Nell’allegare i predetti decreti, ricapitoliamo i contenuti

Delega riforma reclutamento

Per essere immessi in ruolo quali docenti delle scuole statali bisognerà necessariamente superare un concorso pubblico: per le supplenze è più che probabile che con l’entrata a regime della legge si dovrà dire addio alle graduatorie. Dopo il conseguimento della laurea il docente dovrà parteciperà ad un concorso: se riuscirà a superarlo, per l’insegnante comincerà un percorso di formazione della durata di tre anni, due dei quali anche a scuola con lo svolgimento di un tirocinio. Il docente verrà comunque pagato, seppur con stipendio ridotto (voucher!!??), e sarà affiancato da un docente tutor di ruolo. Il nuovo percorso formativo-introduttivo terminerà al terzo anno, con l’assunzione vera e propria a tempo indeterminato. La delega, in ogni caso, prevede una fase transitoria per tutelare i docenti già iscritti nelle graduatorie ad esaurimento. 

IL NOSTRO PARERE: Esprimiamo forte dissenso in quanto:

Il tema del conseguimento dell’abilitazione e della vincita del concorso doveva essere tenuto distinto, prevedendo comunque la salvaguardia  di coloro che sono in possesso dell’abilitazione e di coloro che la conseguiranno con il nuovo percorso. Anche il percorso dura troppo (complessivamente 8 anni !!!). Ora, se a questi aggiungiamo che spesso non si riesce a concludere mai il percorso in tempi previsti, si rischia di terminare la procedura dopo 10 anni in media di “parcheggio” all’università…. Non sarebbe stato meglio definire percorsi differenziati in rapporto al grado di istruzione (primo ciclo e secondo ciclo)? Non sarebbe stato meglio allinearsi con i tempi previsti negli altri stati europei ? Ma questo governo è la naturale prosecuzione di quello di “marca renziana” per cui è mancato e manca il momento dell’ascolto della scuola, delle associazioni e …anche delle  OO.SS. della scuola (rappresentative e non). Resta tutto da chiarire il destino dei docenti abilitati inclusi in seconda fascia di istituto: potranno essere assunti anche senza lo svolgimento di un ulteriore concorso? Su questo importante passaggio non si riscontrano risposte certe nel testo approvato dal C.D.M.

Delega riforma 0-6 anni

Anche chi insegnerà ai bambini fino ai tre anni dovrà aver conseguito la laurea. I servizi educativi per l’infanzia verranno progressivamente estesi su tutto il territorio nazionale. Verranno costituiti dei poli per l’infanzia che avranno lo scopo di potenziare la ricettività dei servizi ponendosi l’obiettivo di dare continuità al percorso scolastico ed educativo.Verranno costituiti dei poli per l’infanzia che avranno lo scopo di potenziare la ricettività dei servizi ponendosi l’obiettivo di dare continuità al percorso scolastico ed educativo.

IL NOSTRO PARERE: Finalmente la scuola dell’infanzia al centro dell’attenzione governativa

La delega per istituire un sistema integrato di servizi educativi e scuole dell’infanzia, dai 0 ai 6 anni, rappresenta una svolta nel sistema scolastico. Non possiamo non evidenziare che il nostro paese è in forte ritardo per gli asili nido (0-3 anni) e gli interventi legislativi in materia di  scuole dell’infanzia (3-6 anni) sono stati sporadici. Riteniamo che bisogna inquadrare il percorso scolastico ed educativo con  regole e standard di qualità, e, più che altro,  generalizzare la frequenza, ridefinire principalmente i costi per usufruire del servizio, migliorare e le attrezzature didattiche, investire sulla formazione di educatori e insegnanti. Il decreto è vero  impegna nuove risorse finanziarie in questo senso, anticipando l’intenzione di successivi regolamenti attuativi. Ma sarà mantenuto l’impegno ?

Delega sostegno

Per quanto riguarda il sostegno, il testo prevede una semplificazione e uno snellimento delle pratiche burocratiche. Scopo della riforma è quello di assicurare alla famiglia di un alunno con abilità diverse l’obbligatorietà dell’assegnazione del docente di sostegno. Il testo punta molto sulla continuità didattica visto che si aumenterà il periodo di permanenza sul sostegno per i neoassunti prima di poter chiedere il passaggio su insegnamento curricolare: è probabile che l’innalzamento arriverà sino a dieci anni.I docenti di sostegno dovranno essere più preparati: i crediti formativi universitari sull’ inclusione scolastica raddoppiano (da 60 a 120) per tutti i gradi di istruzione.

IL NOSTRO PARERE: MANCA DISCIPLINA DI DETTAGLIO E RACCORDO CON L’ATTUALE SITUAZIONE

Ancora una volta per il sostegno ci si ferma a guardare solo “dentro l’aula” dimenticando che una vera integrazione si realizza all’interno e al di fuori della scuola.  Fermarsi ai bisogni didattici, dimenticando tutto quello che riguarda il progetto di vita del soggetto disabile è visione parziale del problema. Bisogna, inoltre, rafforzare anche dentro la scuola gli interventi, prevedendo innanzi tutto la  semplificazione della documentazione e poi equipe medica e specialistica che affianchi il docente.  Non basta, infatti, fermarsi alla quantificazione delle ore di sostegno in base alla gravità del singolo soggetto, occorre una visione completa dell’alunno. Occorrono, in definitiva competenze specifiche,  risorse appropriate, strutture di supporto e definizione del ruolo degli enti locali e delle ASL. Occorre, e in questo il testo è monco, il pieno rispetto della Sentenza della Corte Costituzionale in tema di diritto soggettivo all’integrazione scolastica e all’attività di sostegno

REVISIONE DEI PERCORSI DELL’ISTRUZIONE PROFESSIONALE

Il testo normativo tenta di dare una chiara identità agli istituti professionali, innovare la loro offerta formativa, superando l’attuale sovrapposizione con l’istruzione tecnica e  rispondendo anche alle esigenze delle filiere produttive del territorio.  I percorsi durano 5 anni: biennio più triennio. Gli indirizzi passano da 6 a 11: servizi per l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la silvicoltura; pesca commerciale e produzioni ittiche; artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalità alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanità e l’assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico.

IL NOSTRO PARERE: 

Che l’istruzione professionale sia l’anello debole del sistema di scuole secondarie di II grado è noto a tutti. Essa, a torto o ragione, è quasi unanimemente ritenuta  un percorso di studio di minor valore. È, evidente, quindi, che se non si è di questo avviso, e noi siamo convinti dell’esigenza di una scuola “con specifico percorso di studio a carattere professionale”, bisogna riservare maggiori attenzioni, recuperare  spazi di operatività, implementare le attività di laboratorio, forte raccordo con il  mondo dell’economia e delle imprese. Non vorremmo che, per l’ennesima volta, ci si fermi a interventi di facciata, dimenticando che la “scuola professionale e dei mestieri” è stato il volando della nostra economia e, in particolare, dell’artigianato e della piccola industria. Bisogna abbandonare l’idea che questo percorso di studio sia rivolto solo alla parte più fragile della popolazione scolastica. La delega sicuramente apre uno spiraglio, ma sarà vera gloria ?

DIRITTO ALLO STUDIO

A partire dal 2017 sono previsti 10 milioni di euro per l’erogazione di borse di studio a favore degli studenti iscritti agli ultimi due anni delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, per l’acquisto di libri di testo, per la mobilità e il trasporto, per l’accesso a beni e servizi di natura culturale. Il Miur stabilisce ogni anno i criteri per il riparto delle risorse.Fra le novità, l’esonero totale dalle tasse scolastiche per le studentesse e gli studenti delle quarte e delle quinte della secondaria di II grado.

IL NOSTRO PARERE: 

Non ci siamo: In un periodo di difficile congiuntura economica, con una crescente disoccupazione giovanile, con una stratificazione sociale fortemente differenziata, non occorrono “sussidi”. Non ci si rende conto, ad esempio, che sta diminuendo il numero dei diplomati che poi si iscrivono alle università.  Per questo riteniamo che il problema va posto non con la logica dei sussidi o dei bonus, ma riscoprendo e recuperando il valore dell’istruzione, l’avvio di percorsi di accompagnamento al lavoro o all’università dopo il conseguimento del diploma. Basta con la stagione dei “BONUS”. 

PROMOZIONE E DIFFUSIONE DELLA CULTURA UMANISTICA 

Potenziamento nelle scuole di percorsi di studio riservati a Musica e danza, teatro e cinema, pittura, scultura, grafica delle arti decorative e design, scrittura creativa.La pratica musicale, già presente nelle scuole del primo ciclo, verrà potenziata e ulteriormente sviluppata e le scuole secondarie di II grado potranno collaborare con gli Istituti tecnici superiori per progetti di innovazione digitale e tecnologica applicata alla musica.

IL NOSTRO PARERE:

Evidenziamo un grande interesse per la valorizzazione del patrimonio culturale del nostro paese. Se ciò è vero, e lo è, di converso la scuola stenta ancora ad appropriarsi del ruolo di guida di questo processo: i curricoli ingessati e non aggiornati lasciano spazio più che altro ad iniziative diversificate lasciate alla integrazione dei PTOF delle scuole. Poco spazio alla creatività, all’incontro con le arti e la musica, e la cultura umanistica in generale. Bisogna intervenire sui nostri ordinamenti troppo rigidi, per cui riteniamo non sia sufficiente prevedere interventi, come dispone il decreto,  attraverso i soli spazi di autonomia, flessibilità, accordi con il territorio, uso integrato di risorse,occorrono interventi strutturali ed ordinamentali consolidati nell’organico e nel curricolo.

VALUTAZIONE

Nessun cambiamento per gli Esami di Stato di quest’anno. Le novità entreranno in vigore dagli Esami del 2018. Esame del I ciclo. Tre scritti e un colloquio saranno le prove previste alla fine della classe terza della secondaria di I grado. Oggi le prove sono sei più il colloquio.Esame del II ciclo. Due prove scritte e un colloquio orale. Questo il nuovo Esame. Oggi le prove scritte sono tre più il colloquio. Le novità per le prove Invalsi: si introduce una prova di inglese standardizzata al termine sia della primaria sia della secondaria di I e II grado per certificare le abilità di comprensione e uso della lingua inglese in linea con il Quadro Comune di Riferimento Europeo per le lingue. Nelle classi finali della secondaria di I e II grado la prova Invalsi è requisito per l’ammissione all’esame, ma non confluisce nel voto finale: il punteggio è riportato nella documentazione allegata al diploma.

IL NOSTRO PARERE

La scelta pare orientata ad una semplificazione delle prove d’esame (alle medie esce la prova Invalsi; alle superiori esce la terza prova strutturata), con un maggior peso attribuito al curriculum precedente dello studente nella valutazione finale. Le prove Invalsi vengono confermate nel loro valore conoscitivo, non si faranno in sede d’esame ma durante l’anno. Se ne introduce gradualmente una in lingua inglese. Per ora, bocce ferme in materia di voti, pagelle, schede di certificazione. Sarebbe assai opportuno, in questa materia, procedere con regolamenti e indicazioni operative, dopo aver sentito l’opinione dei docenti. 

SCUOLE ITALIANE ALL’ESTERO

La volontà è quella di colmare le distanze, estendendo le innovazioni introdotte dalla Buona Scuola anche negli istituti scolastici che operano fuori dal Paese. Questo si tradurrà, per esempio, nell’istituzione dell’organico del potenziamento all’estero, 50 nuovi insegnanti, nuove risorse professionali grazie alle quali si potrà lavorare di più su musica, arte o cinema e garantire il sostegno alle alunne e agli alunni che ne hanno bisogno. Le scuole italiane all’estero potranno partecipare ai bandi relativi al Piano nazionale scuola digitale.

IL NOSTRO PARERE

In un mondo connotato dalla forte globalizzazione, più che mai occorre impegnarsi per salvaguardare le nostre identità, la lingua, e la cultura. Le scuole italiane all’estero, c’è da chiedersi,  sono in grado di svolgere questa delicata funzione ? Rappresentano ancora il presidio culturale dell’italianità? Con il testo di legge si provvede alla loro  riorganizzazione  sotto il profilo amministrativo. Non basta: vanno implementati scambi, relazioni, partenariati, in un processo che ponga la “cultura italiana” al centro e all’attenzione dei paesi in cui sono presenti le nostre istituzioni scolastiche.

I DECRETI LEGISLATIVI: CLICCA SUL NUMERO PER EVIDENZIARE ED ESTRARRE IL TESTO

Atto n. 384 Valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato

Atto n. 383 Disciplina della scuola italiana all’estero

Atto n. 382 Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività

Atto n. 381 Diritto allo studio attraverso la definizione delle prestazioni, in relazione ai servizi alla persona, con particolare riferimento alle condizioni di disagio e ai servizi strumentali, nonché potenziamento della carta dello studente

Atto n. 380 Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni

Atto n.379 Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale

Atto n. 378 Inclusione scolastica degli studenti con disabilità

Atto n. 377 Riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria