LEGGE DI BILANCIO 2026 E INDENNITA’ DI BUONUSCITA (TFS/TFR): PER I DIPENDENTI PUBBLICI SI PROSPETTA L’ENNESIMO FURTO

Questo Governo continua a “rubare soldi” ai dipendenti pubblici smentendo tutte le promesse elettorali e la sentenza della Corte Costituzionale.

Stiamo parlando del “furto” che verrebbe a perpetrarsi sulla indennità di buonuscita (tfr/tfs) dei dipendenti pubblici (non è dato ancora sapere se opererà per quelli che cessano nel 2026 o avrà effetto per tutti coloro che ancora non riscuotono il trattamento di fine rapporto)

Partiamo dall’inizio per rendere bene ciò di cui parliamo:

Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) spetta a tutti i dipendenti del settore privato e a quelli del settore pubblico assunti dopo il 31 dicembre 2000.Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) per i dipendenti pubblici si calcola accantonando annualmente una quota pari al 6,91% della retribuzione annua lorda. A questa cifra vengono aggiunte le rivalutazioni, che annualmente si calcolano sommando una parte fissa dell’1,5% e il 75% della variazione dell’indice ISTAT. Il totale accumulato rappresenta l’importo che verrà corrisposto al momento della cessazione del rapporto di lavoro. 

Il TFS (Trattamento di Fine Servizio) spetta ai dipendenti pubblici assunti prima del 1 gennaio 2001 e ha una disciplina diversa. Il TFS viene calcolato sulla base della retribuzione imponibile e degli anni di servizio. Viene erogato dall’INPS secondo tempistiche specifiche a seconda della cessazione del rapporto di lavoro. Per i dipendenti pubblici in regime di TFS/TFR, l’erogazione è soggetta a ritardi normativi (da 12 a 24 mesi, più 3 mesi di lavorazione INPS) e, per importi elevati, a pagamenti rateali. 

Nel 2023 la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 130, intervenendo sulla disparità di trattamento fra lavoratori privati e pubblici, sottoposti quest’ultimi alla rateizzazione temporale della liquidazione nonchè alla rateizzazione di quanto dovuto anche in ragione dell’importo spettante, aveva chiesto al legislatore di eliminare l’irragionevole differenza tra pubblico e privato nei tempi di erogazione delle liquidazioni.

LEGGE DI BILANCIO 2026

Ecco la sorpresa del Governo nella legge di bilancio 2026: per dare seguito alla sentenza della Corte viene previsto, nell’emananda legge finanziaria,  un anticipo di appena tre mesi e solo per le pensioni di vecchiaia, la rateizzazione e i tempi di attesa restano praticamente invariati.

Ma ciò non basta: con la finzione di anticipare la liquidazione, ma solo per le pensioni di vecchiaia, il Governo pensa di ridurre l’importo.  Infatti introduce il taglio che potrebbe essere pari a 750 euro, pari al valore che corrisponde alla detassazione prevista per i pagamenti oltre i 12 mesi. Un beneficio, introdotto per compensare il ritardo nell’erogazione, che verrà meno per effetto delle novità attese dal prossimo 1° gennaio.

Si tratta di un effetto collaterale che porterà a benefici per lo Stato pari a 22,6 milioni di euro, pari allo sgravio tagliato ai dipendenti pubblici.

Quindi, in sostanza: da una parte l’articolo 44 del DdL di Bilancio 2026, stabilisce che con effetto dal 1° gennaio 2027  si riduce da 12 a 9 mesi il termine per il pagamento del TFR e del TFS per i dipendenti pubblici in caso di cessazione dal servizio per raggiungimento del limite di età o di servizio o per il collocamento a riposo a causa del raggiungimento dell’anzianità massima prevista dalle regole delle diverse amministrazioni e, dall’altra, si taglia la detassazione prevista per il ritardo nella liquidazione pari all’importo di euro 750. 

Proprio l’articolo 24 prevede la riduzione dell’imposta applicata sull’indennità di fine servizio in misura crescente, per le somme corrisposte fino a 50.000 euro, per un valore pari a:

  • 1,5 punti percentuali per le indennità corrisposte decorsi 12 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro;
  • 3 punti percentuali per le indennità corrisposte dopo 24 mesi;
  • 4,5 punti percentuali dopo 36 mesi;
  • 6 punti percentuali dopo 48 mesi;
  • 7,5 punti trascorsi 60 mesi.

Tale taglio potrebbe riguardare oltre 30 mila dipendenti pubblici che raggiungeranno il requisito della pensione di vecchiaia, stando ai dati contenuti nella Relazione tecnica alla Legge di Bilancio 2026, con un maggior gettito stimabile per lo Stato pari proprio a 22,6 milioni di euro.

Togliere ai poveri per dare ai ricchi, rende l’espressione di Robin Hood al contrario, la logica che ha ispirato il GOVERNO MELONI E IL MINISTRO GIORGETTI NELLA MANOVRA FINANZIARIA 2026