PROVA SCRITTA CONCORSO ORDINARIO: DOMANDE ASSURDE, SBAGLIATE, CERVELLOTICHE…….I VERI BOCCIATI SONO IL MINISTRO E CHI HA PREPARATO I QUESITI

Se il Ministro Brunetta, ideatore delle nuove procedure di accesso nel pubblico impiego (scuola compresa), ritiene di far uso dello strumento “del nozionismo diffuso” per selezionare i migliori da far entrare nel mondo della scuola, bene, anzi malissimo, diciamo che non solo si sbaglia ma rimbalzando la domanda, gli vorremmo chiedere: visto che vi ritenete il governo dei migliori volete anche voi sottoporvi a quiz da “lascia o raddoppia “‘?

Diciamo questo perchè mentre sono in corso  le prove scritte del concorso ordinario 2020 (e chi se lo ricordava ormai…) si assiste non solo a un tasso notevole di assenti ma, ciò che più preoccupa, ad una gran messa di docenti che non superano la prova.

Il tutto si spiega  sia per l’eccessiva difficoltà delle batterie di quesiti sottoposti ai candidati, che privilegerebbe l’aspetto puramente mnemonico rispetto alla verifica della loro effettiva preparazione, ma anche per la presenza di diversi quesiti dal contenuto ambiguo o addirittura ritenuto errato.

Potremmo fare innumerevoli esempi della farraginosità delle domande, quesiti dalla formulazione ambigua in quanto si prestavano a diverse interpretazioni, altri con più risposte corrette tra le quattro fornite ed altri ancora con nessuna risposta corretta tra quelle disponibili.

Come se non bastasse, sono stati anche somministrati  quesiti addirittura errati, in quanto le risposte fornite non avevano alcun collegamento con il riferimento normativo indicato nella domanda.
Molti hanno suggerito e suggeriscono di proporre ricorso al giudice amministrativo, ma dubitiamo che ciò possa avere un risultato nel breve tempo (attesi anche i lunghi periodi entro cui avvengono le udienze innanzi al Tar), fermo restando che la giurisprudenza in merito allo svolgimento dei concorsi basati sulla somministrazione di quesiti a risposta chiusa, ha più volte affermato che i test proposti devono essere affidabili sia sul piano scientifico che sull’uso corretto delle regole lessicali e grammaticali.  

Ogni quiz a risposta multipla deve quindi prevedere con certezza una risposta univocamente esatta, per evitare una valutazione dei candidati che possa porsi in violazione del principio della par condicio desumibile dall’ art. 97 della Costituzione.

Tutta la situazione, è la dimostrazione chiara di come si governi il settore della scuola a Viale Trastevere, con un ministro che provenendo dalla “baronia” universitaria affida ai suoi colleghi la preparazione dei quesiti. 

D’altra parte, detti “baroni” per affermare il loro convincimento che la scuola non ha buoni docenti, si arrovella per preparare quesiti del tutto incoerenti con il programma del bando di concorso, in forma lessicale criptica e poco intellegibile, quesiti il più delle volte anche errati e così via. Gli stessi sembrano avere una particolare “goduria” , viste alcune dichiarazioni, nell’apprendere che ai quesiti preparati non si è saputo rispondere.

Si ritorni invece ad una selezione seria che accerti sul campo e da parte degli stessi docenti e dirigenti scolastici la preparazione, le conoscenze e competenze degli aspiranti, anche con prove simulate nella predisposizione e svolgimento di una lezione, e non con “quiz da lascia o raddoppia”