CHIARIMENTI GENERALI SU QUESTIONI DI PUBBLICO IMPIEGO E AVVISI CONCORSI

CONGEDO PARENTALE: Si rischia  il licenziamento se lo usa e non si sta con i  figli, anche per un giorno: nuova sentenza Il congedo parentale non è una vacanza retribuita. La Corte di Cassazione ha stabilito con chiarezza che chi sfrutta questi giorni per lavorare altrove – invece di occuparsi del proprio figlio – commette un grave abuso del diritto e puòessere licenziato per giusta causa. 

PERMESSI PER MOTIVI DI STUDIO NELLE UNIVERSITA’ TELEMATICHE:  La Cassazione civile, Sezione lavoro, con ordinanza n. 25038 dell’11 settembre 2025, ha statuito, per quanto riguarda la partecipazione ai corsi delle università telematiche, che la circostanza che il lavoratore non è tenuto a rispettare un’orario di frequenza del corso in orari prestabiliti induce a ritenere che ciò possa avvenire anche al di  fuori dell’orario di lavoro, con il conseguente venire meno di ogni necessità di fruizione dei permessi per motivi di studio.
Infatti, non essendo obbligato a partecipare necessariamente alle lezioni in orari rigidi, come avviene nella Università
ordinaria, il lavoratore potrebbe sempre scegliere orari di collegamento compatibili con l’orario di lavoro dell’ente. In
altri termini, il permesso serve a giustificare l’assenza dal servizio da parte del lavoratore interessato e tale assenza
deve essere documentata con una dichiarazione dell’autorità scolastica o universitaria che attesti la partecipazione ai
corsi per le ore di lavoro non prestate sino alla concorrenza di 150 ore.

CASSAZIONE- INCARICHI PRIVATI PER UN DIPENDENTE PUBBLICO IN ASPETTATIVA :  Con sentenza n. 16920/2025 la Corte di Cassazione ha affermato che il dipendente pubblico, anche in aspettativa, qualora riceva proposte di incarichi, è tenuto, sempre, ad informare la propria AmministraIone e, se del caso, chiedere l’autorizzazione, atteso che l’aspettativa non fa cessare il rapporto di lavoro e la disciplina di riferimento non contiene alcuna distinzione tra rapporto in essere e rapporto in aspettativa. L’appartenenza ad una P.A. non fa venir meno il rischio di un conflitto di interesse, seppur “potenziale”.

INTERESSANTE DECISIONE DELLA SEZIONE LAVORO DELLA CASSAZIONE : Gli incarichi dirigenziali nella P.A. non sono rinnovabili oltre i limiti temporali ex legge. In tema di pubblico impiego privatizzato, la disciplina di cui all’ art. 19, comma 6, del D.Lgs. n. 165/2001, con riferimento ai rapporti di lavoro dirigenziale con i Ministeri e gli enti pubblici non economici nazionali è speciale e non compatibile con quella generale sui contratti a tempo determinato ( D.Lgs. n. 368/2001; art. 19 ss D.Lgs. n. 81/2015) e la facoltà di rinnovo dei contratti a tempo determinato stipulati per l’attribuzione di incarichi ai sensi del medesimo dell’art. 19, c. 6, va interpretata alla luce, da un lato, della clausola 5 dell’Accordo quadro allegato alla direttiva sul lavoro a tempo determinato, nel rispetto delle precisazioni fornite dal giudice eurounitario sul tema della repressione degli abusi, e, dall’altro, del principio costituzionale dell’accesso all’impiego, anche temporaneo, solo a seguito di concorso pubblico. Il rinnovo non può dunque essere disposto, una volta superati i limiti triennali e quinquennali di durata stabiliti dalla norma, neanche attraverso l’attribuzione di un incarico diverso, se quest’ultimo afferisca comunque alla normale attività dell’ente ed in caso contrario al lavoratore spetta il risarcimento del danno c.d. eurounitario, da liquidarsi secondo la fattispecie omogenea di cui all’ art. 32, c. 5, della L. n. 183/2010 (ora, v. art. 36, c. 5, secondo parte del D.Lgs. n. 165/2001), quale danno presunto, con valenza sanzionatoria, salva la prova del maggior pregiudizio sofferto ( Cassazione civile, Sez. lav., sentenza 10 ottobre 2025, n. 27189). A questo punto dovrebbero decadere dalla nomina dirigenziale tantissimi dirigenti scolastici che, in virtù dell’art.19 comma 6 del D.L.vo 165/2001, stanno ottenendo rinnovi dell’incarico dirigenziale preso il MIM e Uffici Scolastici Regionali da oltre 5 anni (vedi Bari)

CONCORSO BANCA D’ITALIA: COMUNICAZIONE
La Banca d’Italia apre le porte a nuove figure professionali per il 2025, annunciando un concorso per 60 posti a tempo indeterminato destinati a laureati in discipline giuridiche, economiche e politiche.
L’iniziativa mira a rafforzare l’organico dell’istituto centrale, distribuendo le risorse tra la sede di Roma e gli uffici territoriali presenti sul territorio nazionale.
Le posizioni disponibili si dividono in due categorie:
• 35 posti per Esperti, destinati a chi possiede una formazione di livello magistrale o equivalente. Queste figure saranno impiegate in attività di analisi normativa, redazione di atti amministrativi e regolamentari, oltre che nel coordinamento di progetti e processi interni.
• 25 posti per Assistenti, rivolti a laureati triennali, che avranno un ruolo di supporto operativo alle strutture dell’Istituto, con compiti prevalentemente gestionali e amministrativi.
L’obiettivo è inserire professionisti capaci di coniugare competenze giuridiche ed economiche con la capacità di operare in contesti complessi e dinamici.
Per concorrere alla selezione come Esperto è necessario possedere una laurea magistrale (o titolo equiparato) con una votazione non inferiore a 105/110 in discipline come giurisprudenza, scienze politiche, economia, finanza o relazioni internazionali. Sono ammessi anche i diplomi di laurea del vecchio ordinamento in materie giuridiche, politiche ed economiche.
Per la categoria degli Assistenti è invece richiesta una laurea triennale in scienze dei servizi giuridici, economia aziendale, scienze politiche o titoli affini.
In entrambi i casi possono partecipare anche candidati con titoli conseguiti all’estero, purché riconosciuti equivalenti secondo la normativa italiana. Oltre al titolo di studio, sono richiesti la cittadinanza italiana o europea (o altra cittadinanza prevista dal decreto legislativo 165/2001), la piena idoneità fisica, la conoscenza della lingua italiana e il
godimento dei diritti civili e politici.
Le domande dovranno essere presentate esclusivamente online attraverso il portale della Banca d’Italia entro le ore 16:00 del 3 novembre 2025. Il sistema informatico attesterà la data e l’ora di invio e non sarà possibile inoltrare la candidatura oltre il termine stabilito.
Ogni candidato potrà concorrere per una sola delle due selezioni: qualora venissero inoltrate più domande, sarà presa in considerazione solo l’ultima presentata.
È prevista la possibilità di richiedere ausili o tempi aggiuntivi per coloro che, per motivi di salute o disturbi certificati, necessitino di misure specifiche per sostenere le prove.
Il percorso di valutazione si articola in più fasi, differenti per i due profili.
• Per gli Esperti: se le domande supereranno quota 3.000, è previsto un test preselettivo con quesiti sulle materie del programma e sulla lingua inglese. Seguiranno una prova scritta, composta da tre quesiti a risposta sintetica e un elaborato in inglese, e un colloquio orale incentrato sulle materie giuridiche ed economiche, con verifica della capacità di espressione e di ragionamento critico.
• Per gli Assistenti: in caso di oltre 1.500 candidature, la prima scrematura avverrà sulla base dei titoli e del voto di laurea o diploma. Anche in questo caso le prove principali saranno uno scritto e un orale, entrambi finalizzati a verificare le competenze tecnico-giuridiche e linguistiche.
Tutte le prove si svolgeranno a Roma e i candidati ammessi potranno consultare date e risultati esclusivamente sul sito ufficiale dell’Istituto.