AZZOLINA E LE SUE TASK FORCE: UN’ILLUMINANTE INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL CIDI PROF.BAGNI

Se c’è un aspetto che è emerso in questo periodo di emergenza sanitaria è la propensione governativa ad insediare “task force”. Sembra che tutti i Ministri, seguendo l’esempio del premier Conte, abbiano sentito il bisogno di farlo.

Per quanto ci riguarda, precisiamo,  siamo perfettamente d’accordo che la politica debba circondarsi di esperti per prendere, poi, le decisioni che la Costituzione ad essa assegna, la cosa che, però, preoccupa, e non poco, è il proliferare di queste “task…” e la composizione delle stesse, per non dire dell’elevato numero di componenti (e vogliamo sperare che non ci costino….)

La Azzolina, per non essere da meno, ha insediato:

  • Una per la fase 1 e una per la fase 2, coordinata dall’ex rettore dell’università di Ferrara, Patrizio Bianchi.

Dopo il gruppo di lavoro nato a fine febbraio, alla vigilia della cosiddetta fase 1, la Azzolina ha  insediato un altro comitato, guidato dall’ex rettore dell’ateneo di Ferrara, Patrizio Bianchi, cui spetterà fare proposte per la fase 2. L’intento sarebbe quello di creare le condizioni affinchè studenti e docenti tornino a scuola a settembre (secondo la Azzolina.. per turni…salvo, poi, negare, ma la sostanza è quella..) in sicurezza e con didattica in presenza, in parte, e ancora a distanza….per l’altrà metà di tempo (??)

Vediamo un po’, allora, :

La Azzolina insedia a febbraio la prima “task..”  di cui fanno parte rappresentanti della Protezione Civile, pediatri, referenti territoriali del dicastero, rappresentanti delle Associazioni dei genitori e degli studenti, realtà pubbliche e private. E la scuola ? Assente…ingiustificata…per colpa della Ministra si intende.

Veniamo alla fase 2, ed ecco che la Azzolina, presa dalla “taskmania” insedia una seconda “task” con il compito di “formulare e presentare idee e proposte per la scuola per migliorare anche il sistema di Istruzione nazionale”.

Questa “task” finirà il suo compito il 31 luglio (pare che non ci costi niente) e dovrà interessarsi in particolare di formulare proposte e pareri su:

  • avvio del prossimo anno scolastico, tenendo conto della situazione di emergenza epidemiologica attualmente esistente;
  • edilizia scolastica, con riferimento anche a nuove soluzioni in tema di logistica;
  • innovazione digitale, anche con lo scopo di rafforzare contenuti e modalità di utilizzo delle nuove metodologie di didattica a distanza;
  • formazione iniziale e reclutamento del personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado, con riferimento alla previsione di nuovi modelli di formazione e selezione;
  • consolidamento e sviluppo della rete dei servizi di educazione e di istruzione a favore dei bambini dalla nascita sino a sei anni;
  • rilancio della qualità del servizio scolastico nell’attuale contingenza emergenziale.

I componenti sono 18 esperti tra docenti universitari, dirigenti scolastici, ricercatori, pedagogisti ed esperti del mondo digitale.  E la scuola ?…assente ingiustificata….per colpa sempre però della solita Azzolina.

A guidare e presiedere la “task-azzolina”  vi è PATRIZIO BIANCHI. Il docente ha 68 anni (età a rischio….si badi bene..) ordinario di Economia e politica industriale  all’Università di Ferrara, grande amico di Romano Prodi con un ricco curricolo di incarichi e pubblicazioni di libri. Il docente, ultimamente, si è sentito attratto anche dalla politica e, negli ultimi anni, è stato  assessore della regione Emilia-Romagna.

La Azzolina, però, nella “sua task” non solo ha deciso di “far fuori” la scuola ma anche gli enti locali (errore gravissimo visto che sono questi a dover fornire le strutture scolastiche…)

Accanto a queste due “task” opera già da alcuni anni altra “task” per l’emergenza educativa, anche questa composta da dipendenti ministeriali e rappresentanti degli uffici regionali, con il compito di interventi nelle aree disagiate caratterizzate da squilibri sociali, economici e culturali. Anche qui… E la scuola? …assente ingiustificata….per colpa della Azzolina e..dei suoi predecessori..

Abbiamo sentito la necessità di evidenziare queste assurde decisioni di estromettere il mondo della scuola su questioni e problematiche che investono, manco a dirlo, proprio la scuola e i suoi operatori, per pubblicare la nota del Presidente del Centro Iniziativa Democratica degli Insegnanti- CIDI-, nonché componente del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, prof. Beppe Bagni, che, nel denunciare la decisione della ministra, evidenzia come si decida “sulla scuola senza sentire la scuola”

Ecco la nota del Prof. Bagni

Una Task Force per la scuola senza la scuola

Facciamo qualche passo indietro: 1978.

 A seguito della legge 348/77 venne costituita presso il ministero una commissione di esperti di 60 unità poi cresciuta a 96 che rivide tutti i programmi della scuola media. La commissione comprendeva esperti delle materie (tra cui Lucio Lombardo Radice) e moltissimi insegnanti anche in rappresentanza delle associazioni. tra cui la presidente del Cidi Luciana Pecchioli.

1982-1983. Viene istituita una nuova commissione ministeriale per i nuovi programmi delle elementari.

La commissione era composta da esperti e da molti insegnanti, lavorò in vista di una riforma della scuola elementare elaborando nuovi programmi introdotti nell’85. 1986. Una nuova commissione con le stesse caratteristiche portò alla elaborazione dei nuovi Orientamenti per la materna che andarono in vigore nel ’91. 1988.

Viene istituita la Commissione Brocca che, sulla spinta del desiderio di innalzare l’obbligo scolastico al primo biennio della superiore, lavorò in più riprese su piani di studio e programmi del nuovo biennio unitario. I membri erano 40 tra docenti e pedagogisti, senza considerare il centinaio di insegnanti coinvolti per le diverse aree disciplinari

2000: Si istituisce la Commissione De Mauro per la stesura dei programmi previsti dalla legge n. 30/2000 sul riordino dei cicli, con oltre 300 insegnanti coinvolti.

Arriviamo a oggi, 2020. Nasce la Commissione Azzolina con l’intento di essere una Task Force per affrontare il rientro a scuola rispettando gli obblighi di sicurezza e distanziamento imposta dalla pandemia che ha colpito tutto il mondo. Sono 18 membri tra cui vi sono giustamente esperti dei settori legati alla salute, all’edilizia, all’organizzazione di sistemi complessi. Ma ci si sarebbe aspettati una folta schiera di coloro che, in quei sistemi complessi, con quelle norme di sicurezza per la salute di tutti e in quegli spazi necessariamente da ripensare, saranno chiamati a settembre a dare senso alla parola scuola. Di insegnanti sui 18 membri ce n’è uno. Non era mai successo, almeno negli ultimi cinquant’anni. Ma anche questa volta si tratta di progettare un diverso modo di fare scuola, elaborando l’esperienza spesso drammatica vissuta da studenti e insegnanti. Evidentemente a far coppia con una politica che si dimentica di pensare ai bambini in questa tremenda fase di emergenza, adesso c’è anche un ministero che si dimentica degli insegnanti per provare a uscirne che evidentemente ritiene che, tornati a scuola e fatto in due o tre settimane il “recupero del programma” non svolto, tutto possa tornare come prima.

Senza dover mettere a fuoco collegialmente i contenuti imprescindibili di ciascuna disciplina e riflettere su nuovi modi di insegnare e apprendere, alla luce di una esperienza che ha mostrato in forma eclatante quanto è decisiva l’intenzionalità e la motivazione ad apprendere da parte degli alunni: abbiamo davvero raggiunto solo quelli che hanno voluto essere raggiunti.

Per gli allievi che sono rimasti invisibili (perché molti di loro lo erano già anche se in classe) non è stato solo un problema di mezzi, ma anche e soprattutto di riconoscersi reciprocamente importanti.

Tutte queste considerazioni la commissione sulla scuola senza la scuola le svolgerà? E con chi?

Va bene, noi faremo il nostro dovere, e ben oltre il nostro dovere, come abbiamo fatto fino ad oggi inventandoci tutti i modi possibili per far sentire la scuola vicina ai nostri alunni; non teniamo a partecipare a commissioni ministeriali di alcun tipo e auguriamo (e ci auguriamo anche) un buon lavoro alla Task Force, ma teniamo a ricordare alla Ministra e al suo staff che se la scuola tornerà ad essere scuola vera, inclusiva, formativa, di qualità per tutte e tutti, questo dipenderà dal lavoro e dall’impegno dei suoi insegnanti.

Roma , 2 maggio 2020

                                                                                                                             Beppe Bagni