In attesa di maggiori chiarimenti sul cosiddetto “Bonus Giorgetti per i pensionati”, forniamo le prime indicazioni
A decorrere dal 1° settembre è possibile applicare la misura rivolta a chi decide di proseguire con il lavoro nonostante abbia maturato il diritto alla pensione anticipata.
Si tratta del cosiddetto bonus Giorgetti che riguarda appunto il lavoratore che, nonostante abbia maturato il diritto alla pensione anticipata entro la fine dell’anno 2025, presenta domanda per ottenere il bonus
Tale possibilità si applica sia ai dipendenti pubblici che privati i quali possono ottenere sullo stipendio i contributi previdenziali a proprio carico, pari al 9,19 per cento dello stipendio imponibile.
Per ora si inizia dal settore privato e da novembre toccherà anche ai dipendenti del settore pubblico, la domanda può essere presentata all’Inps.
Il bonus consiste in uno sgravio contributivo tramite il quale il lavoratore non avrà più l’obbligo di versare la quota di contributi previdenziali all’Istituto nazionale della previdenza sociale, per cui quella cifra rimarrà interamente a sua disposizione in busta paga. Per fare un primo calcolo approssimativo si pensi che per un uno stipendio lordo di 2000 euro si avrà un aumento di 180 euro restando in servizio, tale importo è netto perchè non si applica l’IRPEF.
Attenzione però, questo bonus potrebbe rivelarsi un possibile danno nel futuro da pensionato; infatti, la pensione sarà più bassa, perché i contributi sono già stati ricevuti dal lavoratore quando quest’ultimo era ancora attivo per cui non possono essere utilizzati per il calcolo della pensione all’atto del collocamento a riposo.
I requisiti richiesti per la pensione anticipata flessibile sono 62 anni e 41 anni di contributi- quota 103 – e chi ha i requisiti per la pensione ordinaria cioè 41 anni e 10 mesi per le donne, 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
Con l’occasione vogliamo far notare il fallimento del collocamento a riposo con la cosiddetta “quota 103” . Infatti, si è avuta una consistente diminuzione della pensione in quanto l’attuale governo ha sì concesso di essere collocati a riposo con 62 ANNI DI ETA’ E ALMENO 41 ANNI DI CONTRIBUTI ma l’assegno pensionistico è stato calcolato interamente su un calcolo contributivo e non con il sistema misto (retributivo + contributivo)
Quindi, anche per l’attuale nuovo “benefit Giorgetti” è opportuno consigliarsi con i nostri esperti